In risposta alla crisi economica la Sharing Economy, da alcuni anni, è un modello alternativo di una nuova economia collaborativa che mette al centro le relazioni sociali ed economiche. La Sharing Economy è una grande arma per i consumatori, un Sistema per scambiare beni, servizi e competenze in maniera equa e meritocratica, accentrando e aumentando la ricchezza delle economie locali. L’unione fa la forza, stare insieme significa darsi delle opportunità in più, condividere idee nuove e soluzioni, dotarsi di quei vantaggi che da soli difficilmente si riuscirebbero a ottenere; nuovi modelli economici basati su segnalazioni, relazioni e collaborazioni interpersonali.
In Italia le prime realtà di Sharing Economy, dove tutto è condiviso e distribuito da coloro i quali ne facciano parte, sono rappresentate da Gruppi di Acquisto, che ogni giorno, in condivisione, accrescono il loro “Potere di accesso” ricevendo offerte dedicate su prodotti (spesa alimentare, articoli vari) e servizi (prestazioni professionali, utenze, manodopere, etc).
Le economie settoriali condivise portano un risparmio considerevoli sugli acquisti, effettuati direttamente in filiera o dal produttore convenzionato, senza passare per intermediari (rincaro costi), così il prezzo finale ottenuto è sempre più basso; un Guadagno perché ognuno riceve ricavi già solo aderendo alle proprie offerte dedicate e da quelle altrui; un Lavoro attraverso il semplice passaparola che permette di guadagnare da tutti i prodotti e servizi acquistati dalle persone registrate al Gruppo di Acquisto. In Italia anche le idee più innovative e utili non trovano finanziatori, pubblici o privati, che investano e le sostengano. Questa è una risposta positiva e innovativa di economia che nasce dal basso, sviluppata in ogni città di riferimento, responsabile e solidale, diffusa e collettiva. La Sharing economy produce ricchezza attraverso una giusta ed equa remunerazione con una strategia di gestione diretta alla piena soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti. Si creano rapporti d’interesse fra chi chiede risorse economiche, materiali, personale e chi è potenzialmente disponibile a “donarle”, basando l’attività su due principi guida dell’economia moderna: il principio di reciprocità ed il principio dei matrimoni d’interesse.
Scopo delle condivisioni cittadine è anche sostenere finanziariamente progetti, attività economiche, culturali, sociali, educative e formative, volte a promuovere e diffondere la cultura delle diverse forme di raccolta o fondi finanziamento/folla. Questi nuovi strumenti di sviluppo si orientano nell’ambito culturale, sociale, finanziario, agricolo, ambientale, energetico, civico, sanitario-medicale, tecnologico, artistico, sportivo e in tutti gli altri ambiti plurisettoriali. Qualsiasi progetto può essere presentato e finanziato, per il settore pubblico e privato, attraverso quote di partecipazioni associative su conti correnti bancari, aperti con l’obiettivo di raccolta, per le diverse causali e precise finalità di versamento, stabilendo un sistema di ricompense per coloro i quali contribuiscono alla realizzazione dei progetti pubblicati ed approvati. L’attenzione è rivolta alle iniziative, scambi, dialoghi intersettoriali e contatti fra Comuni, cittadini, imprese ed associazioni volte a supportare la nascita di collaborazioni tra i diversi operatori dei settori e lo sviluppo di nuove idee e progettualità su tutto il territorio nazionale. La Sharing Economy smonta tutto ciò che non regge e che deve essere cambiato. È importante sostenere e sponsorizzare con patrocini anche l’iniziativa di condivisione attiva “Adotta un lampione”. Èla soluzione con cui più persone partecipano a sostituire i lampioni stradali di un parziale/intero Comune, conferendo somme di denaro in quote sociali,anche di modesta entità, per finanziare il progetto di riqualificazione energetica della pubblica illuminazione a LED, ricevendo in cambio una ricompensa annuale per il risparmio energetico ottenuto, riscattabile in denaro o stornato sul pagamento dei tributi comunali per ogni anno.Èun finanziamento folla di una comunità cittadina e uninvestimento per chi acquista un vero e proprio titolo di partecipazione. I Comuni beneficiano anche del superamento della «barriera finanziaria» del Patto di Stabilità o degli onerosi ed improduttivi project financing. Chi decide per Noi non lavora per l’interesse collettivo, siamo convinti che ogni città con la Sharing economy possa entrare nella lista dei Comuni più virtuosi con la promozione di un vero e proprio “Modello di efficienza cittadina”. Ad Angri è possibile! UniTE Sharing-MilleLireAlMese
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