Psicologia, il disturbo ossessivo-compulsivo nei bambini

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Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo d’ansia caratterizzato da ossessioni, ossia pensieri intrusivi, ripetitivi e non desiderati e comportamenti o rituali mentali che hanno lo scopo di controllare l’ansia, definiti compulsioni.Colpisce l’1-2% dei bambini e degli adolescenti, spesso si manifesta fra i 7 e i 12 anni.I contenuti delle ossessioni possono riguardare una varietà infinita di temi come, ad esempio, un’eccessiva attenzione per l’ordine e la pulizia, la simmetria, il controllo, timore che possa accadere qualcosa di brutto ai genitori o a se stessi ecc… Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (come lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere mentalmente delle parole) il cui obiettivo è quello di prevenire o ridurre l’ansia o il disagio (causate dalle ossessioni) e non quello di fornire piacere o gratificazione. Una delle grandi differenza tra il DOC negli adulti e quello dei bambini consiste nel fatto che mentre i primi sono generalmente consapevoli della bizzarria ed irragionevolezza delle ossessioni/compulsioni, nei bambini questa consapevolezza può essere limitata o del tutto assente; specialmente i più piccoli, tendono ad essere superstiziosi, fantasiosi nel loro pensiero, e compulsivi e ripetitivi nei loro comportamenti. Possono ad esempio chiedere la stessa favole tutte le sere.Ma quando questi riti diventano non-funzionali e non flessibili, quando cagionano sofferenza cronica per il bambino e la famiglia, allora potrebbe essere necessario prendere in considerazione un intervento professionale.

 

Il ruolo della famiglia

In letteratura molte ricerche hanno indagato quali siano i fattori legati allo sviluppo e al mantenimento del disturbo ossessivo compulsivo. Tra i fattori individuati sembrano avere un ruolo importante quelli legati alla famiglia (Waters e Barrett 2000). Dato che bambini e adolescenti trascorrono numerose ore al giorno a contatto con la famiglia spesso questa viene attivamente coinvolta nei sintomi. La costante ricerca di rassicurazioni alle loro indecisioni e ai loro dubbi e l’evitamento di situazioni ansiogene portano i bambini affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo a diventare estremamente dipendenti dai familiari, i quali sono spesso portati a sostituirsi nei compiti e nelle responsabilità ai propri figli (Laidlaw et al. 1999).

La presenza di ossessioni, la messa in atto di rituali bizzarri e la continua richiesta di rassicurazioni costituiscono fonti di stress e preoccupazione per tutta la famiglia. Molto spesso i membri della famiglia cercano di dissuaderlo dai rituali innescando, in questo modo, l’irritazione o veri e propri agiti aggressivi del fanciullo che alimentano il problema.

 

I campanelli d’allarme

Quali sono allora gli aspetti che il genitore deve osservare nel bambino?

  • Preoccupazione eccessiva riguardo a germi, malattie e contagio (si lava molto spesso le mani o passa molto tempo al giorno sotto la doccia)
  • Timore di accoltellare o fare del male a qualcuno, timore degli incidenti in macchina o paure simili (mette in atto degli evitamenti)
  • Tendenza a credere che i propri incarichi non siano mai completi (perde molto tempo nel fare i compiti)
  • Necessità di avere tutto in un ordine simmetricamente perfetto (eccessivo ordine in camera o nelle cose della scuola)
  • Necessità di eseguire un compito per un determinato numero di volte o fissazione su una serie di numeri
  • Preoccupazioni associate a idee religiose come moralità, morte o vita nell’aldilà
  • Mania di collezionare oggetti insignificanti
  • Fissazione per pensieri di natura sessuale

 

 

Cosa può fare un genitore?

Parlare apertamente con il proprio figlio: è possibile che non sia a conoscenza del suo disturbo o abbia paura di parlarne con i familiari, quindi dobbiamo essere noi adulti ad aprire la conversazione. E’ necessario fargli domande sul suo comportamento in certe situazioni.Ricordiamoche i bambini si aprono con i genitori solo se si sento al sicuro e non giudicati. Cerchiamo di avere un approccio sereno, affettuoso e comprensivo, senza metterlo in soggezione. E’ importante il confronto anche con gli insegnanti per comprendere se questi rituali si presentano anche fuori casa.

Consultare al più presto uno specialista: Il DOC è un disturbo fortemente invalidante e negli anni diviene cronico e sempre più difficile da trattare. E’ necessario consultare uno specialista. In particolare laterapia cognitivo-comportamentale può permettere al bambino di acquisire una maggiore consapevolezza in merito ai suoi comportamenti e pensieri. Gli esperti lo aiuteranno quindi a individuare dei comportamenti alternativi in queste situazioni. Imparerà dunque a cambiare il proprio comportamento e a sviluppare pensieri positivi.

 

 

Dott.ssa Maria Conza

Psicologa

Sp. Psicoterapia-cognitivo comportamentale

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