Ccà nisciuno è fisso, soprattutto… in ambito lavorativo. Parafrasando una celebre battuta di Totò, vogliamo affrontare in modo pratico i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni sul versante lavorativo. Se prima il posto fisso era la meta ambita da giovani e meno giovani di tutti gli strati sociali, oggi, anche e soprattutto a causa di una crisi sempre più strisciante, non è più così. Il lavoro è diventato flessibile, e non sempre, anzi quasi mai, rispondente ai propri studi ed inclinazioni. Così, ritroviamo il laureato in ingegneria che lavora a ore in un call center o la commessa che ha riposto nel cassetto i sogni di gloria. Per non parlare del popolo delle partite iva, che lavora tantissimo e in molti casi guadagna pochissimo, non ha diritti, ma solo doveri e scadenze da onorare nel migliore dei modi, o dei voucher con i quali il lavoro è diventato a ore. E così, mentre la politica litiga, il popolo si affama e si affanna per sbarcare il lunario e arrivare a fine mese tra spesa da fare e bollette da pagare. Lodevole l’iniziativa di tanti giovani di aprire una propria attività commerciale dopo anni di sfruttamento, o creare piccole società pronte ad offrire servizi innovativi, ma in molti casi prima o poi destinate a chiudere i battenti per le troppe tasse e le troppe spese da affrontare. Come e cosa fare allora? Superfluo e controproducente affidarsi ai concorsi pubblici: studi per anni interi sui manuali, poi finisci fuori ai primi test di scrematura, lasciandoti un pugno di mosche in mano. Innovazione, inventiva, caparbietà: questi i tre ingredienti che consigliamo di avere in dosi massicce per farti largo nel mondo del lavoro. Tante anche le storie di chi ce l’ha fatta, creando marchi che nel tempo sono divenuti brand di successo. Anche perché le insidie della strada dei guadagni facili sono l’unica tentazione da evitare a priori. L’importante è riuscirci con le proprie forze, e allora ogni tipo di lavoro, sia esso fisso o flessibile, sarà il più bello del mondo.
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